MESAGNE: LA MADONNA DI LUGLIO






































LE GIOSTRE

 Entro nel grande spiazzo dove una volta sorgeva il campo sportivo. Le luci e la musica, oltre che alla calca, il vociare della gente e il movimento delle giostre, hanno completamente trasformato questo posto. Durante il pomeriggio invece vi regnava la quiete e il silenzio, spiccavano i colori, le facce delle persone che si riposavano all'ombra. Ora tutto è indistinto, la ruota panoramica gira, verso la luna.

Sembrano quasi astronavi pronte a prendere il volo quelle che vedo di fronte a me. Scaraventano i corpi nello spazio, come fossero fionde.

Ad un certo punto ricordo la mia infanzia, la curiosità verso quei macchinari giganti votati al divertimento. Penso alle facce quasi annoiate della gente che lavora ai botteghini.

Ma un parco dei divertimenti vuoto, fa tutto un altro effetto. Crea un senso di disincanto, disillusione. La musica pressante è spenta, tutto è fermo, stranamente, irrealmente calmo. La gente parla al telefono, si susseguono facce di persone sedute all'ombra, molte delle quali diffidenti, un po' sospettose. Da piccolo vedevo le giostre in modo diverso, con più incanto.   

Lo spazio si trasforma, muta, cambia. I corpi della gente contribuiscono a far si che da un luogo ne nascano altri. Ricordo la distanza tra una porta e l'altra quando su quella stessa terra giocavo a pallone. Sembrava infinita. Percorrevo quello spazio in lungo e in largo, correndo, senza mai pensare che un giorno, su quello stesso terreno avrei potuto raggiungere altezze che mi apparivano solo di competenza di una palla, che si faceva piccola nel cielo, scaraventata da un calcio.

Le persone trasformano gli spazi. La musica e le luci richiamano alla mia mente la televisione. Lo stesso schiamazzo indistinto, frastuono; lo stesso tentativo di distrarre, confondere.

Le giostre fanno parte delle nostre feste. E' un modo come un altro di guardare le cose da un altro punto di vista, magari da settanta chilometri orari, a sedici metri da terra. Ma in fondo tutti abbiamo bisogno di fare finta ogni tanto che le leggi della fisica non siano fisse e immutabili, che si possano alterare, cambiare, trasformare; immaginare di volare, anche se per poco, o cercare di stare fermi su di un marchingegno che ruota vorticosamente, dando sfoggio della propria capacità di rimanere quieti, nella tempesta, nel vortice, nell'uragano. Ma chi, invece, rimarrebbe fermo al centro di una giostra rotante a cui è stata staccata la corrente?   









  





"Prima della partenza" - Mesagne -Festa Patronale


Mesagne -Festa Patronale- foto di Paolo Summa









Il "Tacadà" 










  










Prima o poi alla "cassa" si arriva sempre!








Riflessioni










LE STRADE



 




 

"Pipini" - Mesagne -




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