FA RUMORE UN ALBERO CHE CADE NEL BOSCO?




Quando cade una banca, cade una città.
Dapprima la banca si espande elargendo ricchezza, fiducia e magnanimità.
po si ritira, si fa sfuggente, inarrivabile.
Ed ecco che sparisce la squadra di basket della città.
L'anno prima quella stessa squadra aveva vinto il  massimo campionato del Paese.
Spariscono i bar.
La banca aveva esteso i suoi tentacoli sempre più lontano, prima nelle campagne, fino a raggiungere tutto il Mondo.
Negli anni Settanta venivano approvati piani regolatori, consigli comunali si riunivano, venivano eletti assessori all'urbanistica.
Le campagne passavano dalle mani dei proprietari terrieri a piccoli imprenditori edili.
I piccoli imprenditori edili prendevano ben contenti le generose elargizioni della banca, che certo conosceva quei vecchi mattacchioni di partito.
Case, piccole, uguali.
 Poteri piccoli e uguali, che si alleano e si combattono in una danza senza fine.
Ma la banca era lungimirante.
Nel consiglio di amministrazione si diceva:
 "C'è chi costruisce case e chi plasma vite".
Avevano costruito una fitta ragnatela su cui si basava tutto.

Erano convinti del fatto che le persone a cui concedevano dei mutui o dei prestiti, non avessero coscienza di quello che facevano.
Non avendo una coscienza, decisero di prestargliela loro.
Anzi ne creearono tante, tutte uguali e a buon prezzo.

Cosi' basto' tagliare la ragnatela e tutto cadde nelle loro mani: università, ospedali, case e coscienze.

Foto e testo, Paolo Summa






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