ZAPATA E' VIVO E COMBATTE I LATIFONDISTI

L'agricoltura è un'attività che permette di produrre cibo. Ma non solo. Produce anche denaro. C'è chi coltiva per mangiare e c'è chi coltiva per vendere. Miliardi di persone su questo pianeta coltivano per mangiare. Molti però coltivano per poterne ricavare un profitto. E' semplicemente questo il motivo per il quale su questa Terra regna l'ingiustizia. Non c'è nulla di cui stupirsi. L'avidità e la sete di potere sono connaturate alla nostra società. Durante i regimi fascisti, molti atteggiamenti che dopo sarebbero stati considerati inumani erano accettati come la prassi. La maggioranza gettava le reti dell'ignoranza in un mare di luoghi comuni, frasi fatte, sentito dire. Oggi non è cambiato nulla. Ricchi proprietari terrieri gironzolano tra le vigne con i loro abiti bianchi, osservando con sguardi giudizievoli gli operai sporchi e stanchi. Loro, i proprietari delle terre, faranno i soldi grossi. Perché hanno fatto gli investimenti, i prestiti, perché la sorte gli ha messo nelle mani terre e ricchezze. Il contadino taglia con dritte ferite la terra, razionalizzando gli spazi, sfruttandoli al massimo, inondandola di acqua, lasciandola ammuffire. Neanche un centimetro di terra viene sottratto allo sfruttamento. Più si produce, più soldi si possono guadagnare. Anche oltre il lecito, anche molto oltre il lecito. Allora la terra viene graffiata da macchinari che ne scavano profondamente la superficie. Il contadino traccia i suoi filari. Il proprietario terriero compra i trattori. E se la terra a disposizione è molta, allora i filari saranno molto lunghi, i solchi molto profondi, i trattori molto grandi. La sete di potere si annida, confondendosi con la legittima ricerca di un sostentamento. Quello che si prende in più, rispetto alle proprie necessità, viene automaticamente sottratto ad altri. Sarebbe troppo comodo attribuire la causa di questa quotidiana ingiustizia alla stupidità. L'arroganza si mostra, negli occhi di un caporaletto di provincia, che ti guarda sapendo di avere il potere di non farti tornare a lavorare il giorno dopo. Potere gradasso di chi ha la risata facile e pronta, il cui pensiero superficiale cerca di sfuggire agli abissi di tristezza che covano nell'animo umano, volando sopra gli avvenimenti, illudendosi che i suoi profitti cancelleranno i suoi incubi Perché qualcuno coltiva più cibo di quello di cui ha bisogno? Da qui parte il processo che porta l'essere umano a diventare un oggetto. Il cibo non può palesemente essere oggetto di uno scambio economico. Ogni essere vivente ha diritto al proprio sostentamento dal momento in cui nasce. La vita non va comprata ogni giorno. Ma c'è sempre qualcuno che non si fida, che ha paura e allora decide di accumulare quanto più è possibile per salvarsi, per mettersi al riparo dall'imprevedibilità. Piccoli automi che lavorano solo per arricchirsi, stipati nei condomini, nelle loro case. Piccoli accumulatori di denaro. Vite frustrate di gente che ha rincorso la ricchezza per una vita e che non c'è mai giunta. Vite frustrate di chi ha vissuto sempre nell'invidia di chi quella ricchezza l'aveva raggiunta. La ricchezza di non doversi preoccupare, quella di poter sprecare, quella di non avere responsabilità. Perché, in questa piccola Terra di provincia, l'unica cosa che conta è il denaro. Senza denaro non si è nessuno. Il denaro è quella cosa che ti permette di avere la risata stupida. L'ingiustizia la si riconosce facilmente. Ingiustizia è quando qualcuno, con una grassa risata, ti priva di un bene che è comune a tutti, che è di tutti. Ancor peggio quando non ride affatto. Ingiustizia è quando tutti assistono impietriti ad un sopruso senza muovere un dito. Ingiustizia è l'assenza di coraggio dei vigliacchi che credono non ci sia un equilibrio che regoli l'universo. L'ingiustizia genera tristezza, frustrazione. L'ingiustizia quando è figlia della stupidità fa ancora piu' male. L'ingiustizia sono le bocche piene di sermoni e prediche di persone che hanno votato la loro vita ad una fede che si è nutrita banchettando con il sangue, le interiora, le viscere di milioni di esseri umani. Lupi camuffati da agnelli, nascosti sotto abiti neri che rifuggono e denigrano l'essere umano, che avviliscono la condizione umana. Povero chi apre gli occhi. Povero chi vede oltre la fitta cortina di illusioni perché gusterà la sua estrema solitudine e lo sgomento che questa comporta. Ma lo sgomento è la porta attraverso la quale la vita si manifesta per la sua crudele bellezza. Senza sgomento non c'è stupore. Chi ha più del necessario è un ladro. Questo diceva Lao Tzu. Siamo tutti dei ladri. Abbiamo rubato a qualcuno che ora non vediamo, a qualcuno che non abbiamo mai visto. La catena delle cause e degli effetti è molto lunga. Una singola azione innesca processi che riverberano come un urlo che si trasforma in eco, lanciato dalla cima di una montagna. Non sempre vediamo gli effetti delle azioni di cui siamo causa. Ma questo non significa che venga meno il rapporto tra causa ed effetto. L'entropia è l'enorme mare di cause ed effetti determinati da tutti gli esseri senzienti dell'universo. Un mare all'interno del quale non è più possibile fare osservazioni chiare e distinte, tanto da assumere le sembianze del Caos. Ma il Caos non è che una rappresentazione del divino, non è che la razionalità estrema di un universo retto da una catena circolare ed ininterrotta di nessi causa effetto che non ha avuto mai inizio e che non avrà mai fine. Non c'è dio, non ci sono dei perché anche se ci fossero non sarebbero altro che infinitesimali gocce nell'oceano sconfinato dell'universo, proprio come l'essere umano, soggetti alle stesse identiche leggi. Il contadino solca la terra, il proprietario passeggia per i filari, il laureato si sente confortato dalla presenza del non laureato, il lavoratore tira il suo sospiro di sollievo alla fine del mese, l'imprenditore aspetta il momento buono per ridere, ma spesso quel momento non arriva mai; il sindaco parla, straparla, portavoce della maggioranza, dei suoi luoghi comuni e della sua superficialità orientata a denigrare la minoranza, il prete fa finta di essere buono e saggio. Shakespeare affermava che la vita è un palcoscenico, all'interno del quale ognuno decide di interpretare un ruolo diverso. Ognuno sceglie consapevolmente il suo ruolo. Ognuno decide le sue menzogne, i propri compromessi, le proprie illusioni. Si fa finta di niente aspettando il momento in cui la verità arriverà come una bestia famelica a sbranarci l'anima. E ne siamo tutti consapevoli. Dietro l'angolo si cela un mostro, imprevedibile e oscuro, che si chiama casualità, verità, consapevolezza, imprevisto. Ciò cancellerà tutto, comprese le risate tronfie, rumorose e superficiali dei ricchi di ogni specie, che si tramuteranno in gemiti di terrore di bestie intente a cercare riparo. Evviva allora il contadino che prende dalla terra solo cio' che serve a lui e ai suoi cari e che lascia agli altri la possibilità di coltivare il resto. Il latifondo è la piaga di questo pianeta da centinaia di anni e se qualcuno non lo sapesse, il latifondo esiste ancora oggi. Evviva i piccoli contadini, evviva Zapata. Paolo Summa

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