TORINO 9/2/2013


Un signore mi si accosta tra il vociare delle bancarelle: "Tutto apposto?", mi chiede.
-"Si, tutto bene",
-"C'ho il fumo buono amico!"- continua lui - "Senti"
Infila la mano nella tasca, la estrae e me la avvicina al naso. In effetti l'odore dell'hashish è buono, profuma.
-"Vieni" dice "facciamo una canna, te lo faccio assaggiare e poi se ti piace...", lascia sottointeso.
Ha la faccia simpatica, la testa stretta fra le spalle, forse un po' pedr il freddo. Ha un berretto con la visiera grigia, gli occhi sono sorridenti, anche se la faccia è stanca.
"Filtro all'italiana o alla marocchina?"
Non conosco bene la differenza ma ho già un' idea di come sono quelli che lui chiama "italiani".
"Alla marocchina! Che non la conosco." Gli rispondo.
Mi da le cartine già incollate, poi mi dice: "Gira!".
Mi ci metto, non troppo d'impegno, ma davvero non ce la faccio, come al solito. Non ho idea di come mai, tra tutte le cose esistenti, rollare una canna mi sembra tra le cose più difficili che esistano. Chiedo al mio amico turco, che vende tabacco sfuso. Anche lui ci prova. Mi parla del sole sulle montagne, sul monte Ararat,
"Caldo", esclama il signore con il cappello.
Poi mi dice che che prima lavorava e che ora "si spaccia". Come se non spacciasse hashish, ma spacciasse se stesso. Mi fa riflettere, lo ritengo una persona interessante. Mi dice che è costretto a farlo, come fosse l'ultimo gradino di una scala su cui sono collocati i lavori che si posono fare. Dice che i soldi che si guadagnano in quel modo se ne vanno a bere, "500 euro non sono niente", continua.
Mi fa riflettere ancora, inizio a considerarlo decisamente interessante.
Gli dico che io lavoro in campagna, nella vigna.
Lui mi dice che pensa che quello sia il lavoro più duro.
Per me il lavoro più duro è l'asfaltatore, almeno cosi' la penso fino a questo giorno della mia vita, ma non glielo dico, anche perchè mi è venuto in mente mentre scrivevo.
Comunque non mi trovo d'accordo con lui.
Gli dico: " è il lavoro più onesto che esiste e poi che c'è di più bello che fare da mangiare per te... e per gli altri?"
In fondo anche per il fatto che ogni giorno vedi l'alba, che senti gli uccelli cantare sugli ulivi all'aurora.
Penso alla scala immaginaria su cui l'uomo con il berretto aveva collocato i lavori, mmm... le scale servono per salire e per scendere, al massimo per fare esercizi per le gambe, ma non per vivere.
FEDONE:
"Ma perchè il lavoro serve a fare soldi?".
Fedone mi appare accanto,con il suo cane, un piccolo cucciolo nero

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